domenica 1 aprile 2012

Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interinati Spazi di là da quella, e sovrumaniSilenzi, e profondissima quïete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il for non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, Le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare. [Giacomo Leopardi- L'infinito ]

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