venerdì 22 giugno 2012

Surrealismo, Salvator Dalì


SURREALISMO
Il surrealismo è un movimento culturale molto diffuso nella cultura del novecento che nasce in opposizione al Dadaismo. Il movimento ebbe come principale teorico il poeta André Breton, che fu influenzato dalla lettura de L'interpretazione dei sogni di Freud, fondatore della psicoanalisi, una delle principali correnti della moderna psicologia. Ha elaborato una teoria scientifica e filosofica, secondo la quale l'inconscio esercita influssi determinanti sul comportamento e sul pensiero umano. Dopo averlo letto Breton arrivò alla conclusione che era inaccettabile il fatto che il sogno (e l'inconscio) avesse avuto così poco spazio nella civiltà moderna e pensò quindi di fondare un nuovo movimento artistico e letterario in cui questi due elementi avessero un ruolo fondamentale. Nacque così il surrealismo. I surrealisti si avvalevano di diverse tecniche per far in modo di attivare il loro inconscio, una di queste è il cadavere squisito, tecnica basata sulla casualità e sulla coralità, che prevede la collaborazione di più artisti: uno di essi comincia l'operazione tracciando un disegno, una figura, che deve essere ignorata dagli altri, poi il foglio deve essere passato a tutti i partecipanti, uno per uno, i quali a loro volta faranno una figura, e così via. Il surrealismo ha tre tematiche principali:
ð     amore, inteso come fulcro della vita
ð     sogno e follia, considerati i mezzi per superare la razionalità

L’artista surrealista rivolge lo sguardo verso l’interno di sé, scoprendo le immagini dei suoi desideri ma anche delle sue angosce. Il Surrealismo è un gioco di accostamenti di forme e di ricerca di nuove tecniche che permettono di costruire passo dopo passo immagini significative. Le direzioni percorse parallelamente dal movimento surrealista sono due:
ð     Quella seguita da Max Ernst, che si affida al segno automatico e alle tecniche del colore con cui dà forma alle forze segrete del suo inconscio. Lui utilizza spesso il collage, il frottage (sfregamento) e la pittura automatica (lasciar colare la vernice), che permettono al caso di provocare l’ispirazione. Questa direzione è intrapresa anche da Juan Mirò che con le sue opere ci riporta alla fresca immediatezza e semplicità dell’infanzia.
ð     E quella seguita da René Magritte e Salvator Dalì che realizzano visioni suggestive o allucinate, immagini di sogno con accostamenti imprevedibili. Nelle opere del primo surrealista sono presenti il mistero e la sorpresa.

SALVATOR DALI’
Salvator Dalì è stato pittore, scultore, scultore, cineasta, designer e fotografo spagnolo. Nacque a Figueres, Spagna l’11 maggio 1904. Suo fratello era morto nove mesi prima della sua nascita a causa di una meningite. I genitori continuavano a ripetere a Salvator che lui era la reincarnazione di suo fratello, tanto che lui iniziò a crederci. Nel febbraio del 1921 la madre muore per un tumore al seno, lasciando un vuoto nell’animo di Dalì. Si trasferisce a Madrid, dove si accosta inizialmente al Cubismo e successivamente al Dadaismo. Nel 1926 Dalí viene espulso dall'Accademia in cui studiava, poiché afferma che nessuno in quell'istituto è abbastanza competente per sottoporre ad esame uno come lui. Sempre in quell'anno visita per la prima volta Parigi, dove incontra Pablo Picasso, che lui ammira profondamente. Picasso ha già sentito parlare molto bene di Dalí da Joan Miró. Negli anni successivi, mentre sviluppa un proprio stile, Dalí realizza diverse opere molto influenzate dall'arte di Picasso e di Miró. Nel 1929 incontra la sua musa ispiratrice e futura moglie Gala. Ma il padre non approva il matrimonio e ritiene che la sua vicinanza ai surrealisti abbia un pessimo effetto sul suo senso morale. Nel 1931 Dalí dipinge una delle sue opere più famose, La persistenza della memoria, che presenta la surrealistica immagine di alcuni orologi da taschino diventati flosci e sul punto di liquefarsi. L'interpretazione comune dell'opera è che gli orologi che si sciolgono rappresentano il rifiuto del concetto che il tempo sia qualcosa di rigido o deterministico. Tale idea nell'opera è sostenuta anche da altre immagini, come l'ampio paesaggio dai confini indefiniti e un altro orologio, raffigurato mentre viene divorato dagli insetti. Mentre la maggior parte degli artisti surrealisti tende ad assumere posizioni politiche di sinistra, Dalí si mantiene ambiguo riguardo quello che considera il giusto rapporto tra la politica e l'arte. André Breton, uno dei capofila del surrealismo, lo accusa di difendere il "nuovo" e l"irrazionale" del "fenomeno Hitler", ma Dalí respinge queste affermazioni dicendo: "Non sono un seguace di Hitler né nei fatti né nelle intenzioni". Dalí insiste sul concetto che il surrealismo può esistere anche in un contesto apolitico e si rifiuta di condannare esplicitamente il fascismo. Questo è uno dei fattori che crea dei problemi nei rapporti con i suoi colleghi. Più tardi, sempre nel 1934, Dalí viene sottoposto a un "processo" a seguito del quale viene formalmente espulso dal gruppo dei surrealisti. Come reazione Dalí dice: "Il surrealismo sono io". Dopo un po’ di anni si ritrasferisce in Catalogna. Nel 1968 disegna il logo dei famosi Chupa Chups. Nel 1980 la salute di Dalí riceve un colpo durissimo; la moglie Gala, colpita da una forma lieve di Alzhaimer, probabilmente gli somministra un pericoloso cocktail di medicinali senza che gli fossero prescritti, danneggiandogli il sistema nervoso e provocando la precoce fine delle sue capacità artistiche. All'età di 76 anni Dalí è ridotto a un relitto e la sua mano destra trema in maniera terribile in preda a sintomi molto simili a quelli del morbo di Parkinson. La moglie Gala muore il 10 giugno 1982. Dopo la morte di Gala Dalí perde la maggior parte della sua voglia di vivere. Si lascia deliberatamente disidratare, forse un tentativo di suicidio o forse un tentativo di porsi in uno stato di animazione sospesa, come ha letto che possono fare alcuni microorganismi. Si trasferisce da Figueres al Castello di Púbol, che aveva comprato per Gala e dove lei era poi morta. Nel 1984, in circostanze non del tutto chiare, scoppia un incendio nella sua camera da letto. In ogni caso Dalí viene salvato e ritorna a Figueres. Alcune voci sostengono che Dalí sia stato forzato dai suoi tutori a firmare delle tele vuote che in seguito, anche dopo la sua morte, sono state usate per produrre dei falsi venduti come originali. Il risultato è che i mercanti d'arte tendono a diffidare delle opere attribuite a Dalí e risalenti all'ultimo periodo. Muore il 23 Gennaio 1989 a causa di un attacco di cuore.
LA PERSISTENZA DELLA MEMORIA
La luce, come si può notare, è frontale e genera ombre profonde sulla superficie degli oggetti. I colori, infine, sono accostati in maniera bizzarra nello schema compositivo dell'opera: notiamo, infatti, la presenza di colori sia caldi, che freddi, che scuri. Infatti l'idea che i surrealisti vogliono esprimere è di cancellare tutte le regole fisse che scandiscono la vita di tutti i giorni come ad esempio le regole del tempo scandite dall'orologio: ore di 60 minuti, minuti di 60 secondi... mentre in questo dipinto gli orologi simboleggiano il tempo della memoria e per questo hanno una forma poco definita, quasi sembrano fluidi, per dimostrare l'opposto delle ferree regole del tempo, ossia l'elasticità del tempo della memoria. Non ricordiamo alcune cose fatte poco tempo fa, mentre ricordiamo fatti remoti come se fossero accaduti il giorno prima. L’artista descrive la genesi di questo dipinto inizialmente intitolato “Orologi molli” che rappresenta, in un certo senso, la storia della personalità di Dalí in eterno contrasto tra la dura scorza esterna del proprio ruolo pubblico e sociale e la sensibile “mollezza” della propria fragile interiorità. Questi tre orologi sul punto di sciogliersi al sole - mentre un quarto, ancora chiuso nel suo coperchio dorato, è assaltato da un cumulo di formiche brulicanti - rappresentano l’aspetto psicologico del tempo, il cui trascorrere, nella soggettiva percezione umana, assume una velocità e una connotazione diversa, interna, che segue solo la logica dello stato d’animo e del ricordo. il simbolo caratteristico degli "orologi molli" apparso per la prima volta in La persistenza della memoria si riferisce alla teoria di Einstein che il tempo è relativo e non qualcosa di fisso.

Nessun commento:

Posta un commento